Bambina down arrestata per blasfemia in Pakistan

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  1. iGod
     
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    Cristiana, avrebbe bruciato pagine di manuale per leggere il Corano.

    Lo spettro della persecuzione delle minoranze torna ad aleggiare in Pakistan: Rifta Masih, una bambina cristiana di undici anni affetta da sindrome di Down, è stata arrestata giorni fa in un quartiere povero di Islamabad dopo che alcuni vicini l'hanno accusata di blasfemia per aver bruciato pagine del Noorani Qaida, il manuale per imparare a leggere il Corano. La polizia della capitale ha confermato la vicenda precisando che la piccola, residente a Mehrabadi, alle porte della capitale, è stata presa in consegna dagli agenti e trasferita precipitosamente in un riformatorio per due settimane in attesa che un giudice decida la sua sorte. Scarseggiano le testimonianze dirette dell'accaduto, ma secondo la ricostruzione di un quotidiano, alla vigilia del 27esimo giorno del Ramadan, il mese di digiuno dei musulmani, la piccola è stata vista strappare una decina di pagine del libro che sarebbero poi state gettate in un secchio della spazzatura e bruciate. Ciò avrebbe provocato l'ira dei vicini.

    Come accaduto in simili casi in passato, questo "sdegno" è stato preso per oro colato dal resto della popolazione locale che, senza attendere una verifica dell'accaduto e senza rendersi conto della disabilità della piccola, si è abbandonata ad atti di violenza su persone e cose, costringendo molti cristiani del quartiere a fuggire verso zone più sicure. In un primo momento la polizia si era rifiutata di accogliere la denuncia di blasfemia contro la bambina, dato il suo visibile handicap, ma dopo che molte persone hanno bloccato per ore la statale del Kashmir e circondato il commissariato, lo ha fatto giovedì scorso, prima dell'ultimatum posto dai musulmani a "dopo la preghiera del venerdì ".

    La denuncia è stata presentata da tale Muhammad Ummad che, pur non essendo stato direttamente testimone del presunto atto blasfemo, ha firmato una dichiarazione in cui sostiene che "dieci pagine del libro sono state strappate e gettate in un secchio della spazzatura". La Commissione asiatica per i diritti umani (Ahrc) ha lanciato l'allarme, ricordando come la legge pachistana sulla blasfemia sia la più permissiva del mondo islamico ma viene spesso strumentalizzata per vendette personali. L'Ahrc è anche preoccupata perché non si hanno più notizie della madre e della sorella di Rifta da quando sono state prese in consegna dagli agenti.

    Fra il 1986 e l'agosto 2009, mille persone sono state incriminate in base a questa legge, mentre oltre 30 sono state linciate dalla folla prima del processo o uccise da individui armati. Nella vicenda è intervenuto immediatamente il consigliere del primo ministro per l'Armonia nazionale Paul Bhatti, fratello dell'ex ministro per gli Affari delle Minoranze, Shahbaz Bhatti, anche lui cristiano ed ucciso da un commando armato il 2 marzo 2011. Paul Bhatti, che per anni ha esercitato la sua professione di medico in Italia, ha disposto un'assistenza legale per la bimba e ordinato un'inchiesta su eventuali indebite pressioni esercitate per costringere la polizia ad agire contro la piccola Rifta.

    Fonte: ANSA.it
     
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